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| Elinor
O'Brian
Entrai nella grande sala con tutti gli altri primini. Un sorriso crebbe sulle mie labbra la vista di quella stanza così grande.
Sia mamma che papà mi avevano raccontato tanto di questa sala. Era la Sala Grande, dove tutti gli studenti mangiano. Alla mia destra, contro il muro, c'era il tavolo dei Grifondoro dove un tempo era seduta mia madre. Tentai di immaginarmela come una piccola e spaventata undicenne, ma non ci riuscii. Mamma era sempre stata un mito per me, e non può essere stata una piccola spaventata. So che è particolarmente coraggiosa, quindi non mi pare possibile.
Dalla parte opposta della sala invece era seduta la casata di Serpeverde. Lì, dove un tempo era seduto mio padre, ora è seduto mio fratello Aran. Immaginare papà come un ragazzino era più facile: tutti dicevano che Kain è la fotocopia di papà da bambino. Kain è il mio fratello più piccolo. Ha nove anni ora. Aran invece ne ha dodici, ma il suo cervello ne ha tre o quattro per quanto si sforza di usarlo.
Ai miei lati i tavoli delle altre due casate, Tassorosso e Corvonero.
Avevo spesso sognato il mio smistamento, e l'avevo aspettato con ansia. Avrei seguito i miei fratelli maggiori e mio padre, entrambi Serpeverde, oppure mia madre, a Grifondoro?
Oppure sarei come la nonna, una Corvonero? O una mite Tassorosso?
Non riuscivo mai a capire se mi sentivo più Serpeverde, con i sogni di gloria che avevo, l'astuzia e la vendetta che è sempre puntata verso mio fratello Aran, oppure Grifondoro, con il coraggio di affrontare sempre e comunque quello che avevo davanti (Aran parla di incapacità di riconoscere situazioni pericolose, e, non diteglielo!, mi sa che ha ragione in questo punto). O forse più Corvonero per la curiosità con cui esploravo i giardini nei dintorni della tenuta. O Tassorosso, come diceva ogni tanto Connor prendendo in giro la mia leltà ai miei ideali. Ma io dico.. esiste un Serpeverde coraggioso (o con l'incapacità di riconoscere il pericolo) che tiene ai propri ideali? O un Grifondoro, un Tassorosso, un Corvonero con le stesse caratteristiche?
Incrociai gli occhi di Aran che mi sorrise e mi fece l'occhiolino. Sentiva evidentemente la mia agitazione e cercava di mettermi a mio agio, forse per fare bella figura con i suoi amici e con le ragazzine che gli stavano già intorno.
Apprezzai in ogni caso il suo gesto.
Perché sarei rimasta sua sorella e figlia dei miei genitori ugualmente.
« O'Brian, Elinor » disse la voce della professoressa McGrannit. Io non mi mossi inizialmente, cominciando a dubitare fortemente sul mio coraggio. Poi, quando incrociai gli occhi della professoressa avanzai senza pensare a nulla. Quasi non mi ricordavo come mi chiamavo.
Salii tre gradini e mi sedetti sullo sgabello.
Un vecchio cappello nero mi fu calato sugli occhi.
E vari eventi della mia vita mi ripassarono davanti.
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